La storia della casa motociclistica Comet è piuttosto breve, ma affascinante, legata a un nome importante del settore, quello di Alfonso Drusiani.
La nascita e l'innovazione
Fondata a Bologna nel 1953, l'azienda, il cui nome completo era B.D.B. Brevetti Drusiani Bologna, era amministrata da Alfonso Drusiani, un ingegnere e progettista noto per le sue collaborazioni con altre case motociclistiche dell'epoca, come G.D., C.M., Mondial e Bianchi. Il suo obiettivo era applicare le sue idee innovative a motociclette di piccola cilindrata.
La Comet si distinse subito per l'introduzione di motori a quattro tempi con distribuzione bialbero su modelli di cilindrate ridotte, una soluzione tecnica all'avanguardia per l'epoca.
I modelli
Tra i modelli più noti prodotti dalla Comet figurano:
Comet 175 cc: Proposta nelle versioni "Normale" e "Sport" a partire dal 1953.
Comet 250 cc: Un modello bicilindrico del 1954.
Comet 175 cc monocilindrica: Con motore monoalbero.
Comet 250 cc sperimentale: Un modello monocilindrico con un'innovativa tecnologia a pistoncini al posto delle valvole.
La fine dell'avventura
Nonostante la qualità e l'innovazione dei suoi progetti, la Comet ebbe una vita molto breve. L'azienda si scontrò con problemi finanziari e non riuscì a sostenere i costi necessari per lo sviluppo e l'industrializzazione dei suoi modelli. Di conseguenza, la società fu sciolta nel febbraio del 1956 e dichiarata fallita poco dopo.
Alfonso Drusiani, dopo la chiusura della sua azienda, tornò a lavorare per la Mondial, contribuendo a nuovi successi e vittorie nei campionati mondiali. La sua storia rimane un esempio di genio tecnico e passione, pur in un'esperienza imprenditoriale sfortunata.
In sintesi, la Comet non è stata solo una casa produttrice di moto, ma un breve ma intenso capitolo di innovazione tecnica nel panorama motociclistico italiano, guidato da uno dei suoi più talentuosi progettisti.