La storia di Daihatsu è una delle più lunghe e affascinanti nel panorama automobilistico giapponese, specializzata sin dalle origini nella produzione di veicoli compatti e affidabili.
Le origini (1907-1951)
1907: La storia inizia con la fondazione della Hatsudoki Seizo Co., Ltd. a Osaka, in Giappone. L'azienda si dedica inizialmente alla produzione di motori a combustione interna per l'industria, non per le automobili.
1930: Viene prodotto il primo veicolo a tre ruote, il "Type HA", che segna il primo passo verso il settore automobilistico.
1951: L'azienda cambia nome in Daihatsu Motor Co., Ltd.. Il nome "Daihatsu" deriva dalla combinazione del primo carattere (kanji) di "Osaka" (大, pronunciato "dai") e "Hatsudoki Seizo" (発動機製造, "produzione di motori"). Letteralmente, "Dai-hatsu" significa "Produzione di motori da Osaka".
L'era dei veicoli compatti (1957-1980)
1957: Viene lanciato il modello Midget, un veicolo a tre ruote di piccole dimensioni che diventa un'icona del trasporto commerciale leggero in Giappone, grazie alla sua agilità e ai costi ridotti.
Anni '60: Daihatsu espande la sua gamma con l'introduzione di automobili più convenzionali, come la Compagno, la prima vettura passeggeri prodotta dall'azienda.
1967: Inizia la collaborazione con Toyota Motor Corporation, che acquisisce una partecipazione nell'azienda. Questo accordo segnerà il destino di Daihatsu per i decenni successivi.
Anni '70: La gamma si arricchisce con modelli come il fuoristrada compatto Taft (1974), capostipite della serie di 4x4 leggere del marchio, e la Charade (1977), un'utilitaria che ottiene un grande successo internazionale e introduce il concetto di motore a 3 cilindri, diventato un "marchio di fabbrica" di Daihatsu.
L'espansione internazionale e l'era della collaborazione (1980-2010)
Anni '80: Daihatsu consolida la sua presenza sui mercati internazionali, esportando veicoli in oltre 140 paesi. La Charade viene venduta con successo in molti mercati, inclusi gli Stati Uniti per un breve periodo.
C'è tanta Italia in Daihatsu: In questi anni, Daihatsu stringe importanti accordi con case automobilistiche italiane. Fornisce il motore da 1.000 cc della Charade a Innocenti per la MiniTre, e collabora con Piaggio per la produzione del furgoncino Porter, derivato dall'Hijet, il primo veicolo giapponese ad essere prodotto in Italia.
1999: Toyota aumenta la sua partecipazione in Daihatsu, diventando l'azionista di maggioranza. L'azienda continua a specializzarsi nella produzione di kei car (auto ultracompatte per il mercato giapponese) e veicoli di piccola cilindrata, spesso utilizzando piattaforme e tecnologie condivise con Toyota.
Il nuovo millennio e la fine delle esportazioni in Europa
Anni 2000: Daihatsu continua a lanciare modelli di successo, come la Sirion, la Cuore e il Terios, apprezzati per la loro compattezza, affidabilità e bassi consumi. In particolare, il Terios si fa conoscere come un piccolo SUV versatile, mentre la Cuore detiene il titolo di "cinque porte più piccola del mondo".
2013: A causa di vari fattori, tra cui il forte calo delle vendite e la svalutazione dello yen, Daihatsu prende la difficile decisione di ritirarsi dal mercato europeo.
2016: Toyota acquisisce il 100% di Daihatsu, che diventa una sua controllata a tutti gli effetti.
Oggi, Daihatsu continua a operare come un marchio specializzato all'interno del gruppo Toyota, concentrandosi principalmente sul mercato giapponese e del sud-est asiatico, dove i veicoli compatti ed efficienti continuano a godere di grande popolarità.