Le origini: da frigoriferi a motocicli (1939-1952)
La storia di Iso Rivolta inizia nel 1939 a Genova, quando l'ingegnere Renzo Rivolta acquisisce una fabbrica di macchine per la refrigerazione, la Isothermos. La produzione si concentra su scaldabagni e frigoriferi, ma con l'arrivo della Seconda Guerra Mondiale, nel 1942, per evitare i bombardamenti su Genova, Rivolta trasferisce la sede a Bresso, nei pressi di Milano.
Dopo il conflitto, l'Italia ha una grande necessità di mobilità personale a basso costo. Renzo Rivolta coglie questa opportunità e nel 1948 l'azienda, ribattezzata Iso, si sposta verso la produzione di motoveicoli. Nascono modelli come il motofurgone Isocarro e, soprattutto, una serie di motocicli di successo tra cui la Isomoto 125 e la Furetto. La produzione di motocicli, che durerà fino al 1962, getta le basi per la successiva evoluzione del marchio.
L'epoca delle microcar: la Isetta (1953-1956)
Nel 1953, l'Iso compie un passo audace nel mondo delle quattro ruote, lanciando la Iso Isetta. Questa microcar dal design a "uovo", con la sua unica porta anteriore, è un'innovazione radicale. L'obiettivo di Renzo Rivolta è creare un veicolo che unisca la praticità di una moto con il comfort e la sicurezza di un'auto. Nonostante il design avveniristico, il successo in Italia è limitato, anche a causa del prezzo non proprio competitivo.
Tuttavia, il progetto attira l'attenzione della BMW, che nel 1955 acquista la licenza di produzione. La BMW Isetta, con un motore diverso e alcuni adattamenti, diventerà un enorme successo in Germania e nel mondo, contribuendo a motorizzare il paese nel dopoguerra.
Il cambio di rotta: le Granturismo (1962-1974)
Dopo aver abbandonato la produzione di motocicli e microcar, nel 1962 l'Iso si trasforma in Iso Rivolta S.p.A. e si dedica al segmento delle vetture di lusso e ad alte prestazioni. Il primo modello di questa nuova era è la Iso Rivolta IR 300, una coupé 2+2 elegante e potente. Disegnata da un giovane Giorgetto Giugiaro per Bertone, l'auto è un "ibrido" rivoluzionario: telaio e carrozzeria italiani, ma motore V8 americano, un Chevrolet da 5.4 litri, che la rende affidabile e performante. Questa formula "italo-americana" diventerà la cifra stilistica del marchio.
Nel 1963, al Salone di Torino, vengono presentati due prototipi destinati a diventare icone: la Grifo A3/L (Lusso) e la Grifo A3/C (Corsa). Progettate in collaborazione con Giotto Bizzarrini, le due vetture condividono la stessa base meccanica, ma la versione Corsa, con la sua carrozzeria in alluminio e il motore arretrato, è pensata per le competizioni. La rottura tra Rivolta e Bizzarrini porta quest'ultimo a sviluppare la A3/C in modo autonomo, che diventerà la Bizzarrini 5300 GT.
La versione di serie della Grifo, la Iso Grifo GL, entra in produzione nel 1965 e viene acclamata per la sua bellezza, le prestazioni e il lusso degli interni. Seguiranno diverse evoluzioni, inclusa la potente Grifo 7 Litri (con un V8 Chevrolet da 7.0 litri) e la successiva Grifo IR8.
Nel 1966, con la morte di Renzo Rivolta, la direzione dell'azienda passa al figlio Piero Rivolta. Sotto la sua guida, la gamma si espande:
Iso Fidia (1967): Presentata come "la quattro porte più veloce del mondo", è una berlina di lusso con motore V8 americano.
Iso Lele (1969): Una coupé 2+2 destinata a sostituire la IR 300. Il suo nome deriva da "Lele", il soprannome della moglie di Piero Rivolta.
Nonostante la qualità e il prestigio dei modelli, l'azienda si trova ad affrontare crescenti difficoltà finanziarie e, dopo una breve partecipazione al Campionato del Mondo di Formula 1 (1973-1974) in collaborazione con Frank Williams, chiude definitivamente i battenti nel 1974.
I tentativi di rinascita (1990-2010)
Dopo la chiusura, il marchio Iso Rivolta rimane in un limbo per anni. Un primo tentativo di rinascita si ha nei primi anni '90, quando Piero Rivolta presenta una coupé sportiva moderna, la Iso Grifo 90, con un design di Marcello Gandini e un motore V8 Chevrolet Callaway. Nonostante l'interesse suscitato, il progetto non raggiunge mai la produzione in serie, rimanendo un prototipo.
Un altro tentativo, la Iso Grifo 96, si ha nel 1996, ma anche questa non entra in produzione.
La rinascita contemporanea (2017-oggi)
Nel 2017, il nome Iso Rivolta torna a farsi sentire grazie alla collaborazione tra la nipote del fondatore, Marella Rivolta, e suo marito Andrea Zagato, titolare della celebre carrozzeria milanese. Viene presentato il concept IsoRivolta Zagato Vision GT, un prototipo virtuale per il videogioco Gran Turismo Sport.
Questo progetto pone le basi per una vera e propria rinascita. Nel 2020, Zagato presenta la IsoRivolta GTZ, una moderna granturismo in edizione limitata, basata su un telaio Chevrolet Corvette C7 Z06 ma con una carrozzeria in fibra di carbonio che omaggia la storica Grifo A3/C. Con un motore V8 sovralimentato da 6.2 litri e 660 CV, la GTZ segna il ritorno del marchio alle sue radici, combinando design italiano e motore americano. La produzione, artigianale, è limitata a 19 esemplari, a conferma della sua esclusività.
Il marchio, sebbene non con una produzione in serie su larga scala, continua a vivere attraverso progetti speciali e veicoli in edizione limitata, mantenendo vivo il suo spirito di eccellenza artigianale e di connubio tra stile italiano e potenza americana.