La storia di Tatra, uno dei più antichi produttori di veicoli al mondo ancora in attività, è un viaggio affascinante che attraversa l'Impero austro-ungarico, le due guerre mondiali, il regime comunista e la rinascita post-1989.
Le origini (1850-1918)
La storia inizia nel 1850 a Kopřivnice, nell'attuale Repubblica Ceca (all'epoca parte dell'Impero austro-ungarico), quando Ignatz Schustala fonda la "Ignatz Schustala & Cie.", un'azienda specializzata nella produzione di carrozze e carri trainati da cavalli. L'attività cresce rapidamente e l'azienda si espande, iniziando a produrre vagoni ferroviari negli anni '80 dell'Ottocento.
Nel 1897, l'azienda, che nel frattempo era diventata una società per azioni con il nome di "Nesselsdorfer Wagenbau-Fabriksgesellschaft", produce la Präsident, la prima automobile con motore a benzina prodotta in serie in Europa centrale e orientale. Questo veicolo segna l'ingresso di Tatra nel mondo dell'automobile.
L'era di Hans Ledwinka e l'affermazione (1919-1945)
Dopo la Prima Guerra Mondiale e il crollo dell'Impero austro-ungarico, Kopřivnice entra a far parte della neonata Cecoslovacchia. Nel 1919, l'azienda adotta il nome Tatra, in onore dei Monti Tatra, la catena montuosa più alta del paese.
Questo periodo è dominato dalla figura dell'ingegnere austriaco Hans Ledwinka, che rivoluziona il concetto di automobile. Nel 1923, introduce un innovativo "concetto Tatra": un telaio a trave centrale con un tubo di supporto che racchiude l'albero di trasmissione, e assi oscillanti con sospensioni indipendenti. Questo design, che rende i veicoli estremamente robusti e adatti a terreni difficili, diventerà un marchio di fabbrica di Tatra.
Ma la vera svolta arriva negli anni '30, quando Tatra diventa pioniera dell'aerodinamica. Sotto la guida di Ledwinka e di altri ingegneri, l'azienda sviluppa una serie di auto con carrozzerie aerodinamiche e motori raffreddati ad aria montati posteriormente, a partire dalla rivoluzionaria Tatra 77 del 1934. Questi modelli, come la successiva Tatra 87, sono all'avanguardia per l'epoca e influenzeranno in modo significativo il design automobilistico, tanto da generare una controversia con Ferdinand Porsche per le somiglianze con il design del "Maggiolino" Volkswagen.
Il dopoguerra e il regime comunista (1945-1989)
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, l'azienda viene nazionalizzata e le sue attività riorganizzate. La produzione di autovetture di lusso viene limitata e gradualmente interrotta, con l'eccezione di alcuni modelli di prestigio destinati ai funzionari di alto livello del Partito Comunista, come la Tatra 603.
Durante il periodo comunista, Tatra si concentra principalmente sulla produzione di veicoli pesanti, in particolare camion e veicoli militari, sfruttando appieno il suo concetto di telaio a trave centrale, che si rivela ideale per l'uso fuoristrada e in condizioni estreme. I camion Tatra si guadagnano una reputazione di veicoli quasi indistruttibili, capaci di affrontare i terreni più accidentati.
Parallelamente, l'azienda diventa anche il più grande produttore di tram al mondo, con il famoso modello Tatra T3, prodotto in decine di migliaia di esemplari e diffuso in tutta l'Europa orientale.
La rinascita e l'era moderna
Dopo la caduta del comunismo nel 1989, Tatra deve affrontare una difficile transizione verso l'economia di mercato. La produzione di automobili cessa definitivamente, e l'azienda si concentra esclusivamente sui camion. Nonostante le difficoltà finanziarie e le varie ristrutturazioni societarie, il marchio Tatra sopravvive.
Nel 2013, l'azienda viene acquistata da investitori cechi, che la salvano dal fallimento e le danno un nuovo slancio. Oggi, Tatra Trucks a.s. è specializzata nella produzione di camion pesanti e veicoli speciali per usi civili e militari, esportando in tutto il mondo. Il suo distintivo concetto di telaio a trave centrale continua a essere il fulcro della sua produzione, confermando la sua reputazione di costruttore di veicoli affidabili e robusti, capaci di operare dove altri non possono.